Torna “l’Avanti” e sceglie il primo maggio per farlo. La scelta ha un valore simbolico formidabile. Tornano, infatti le pagine di un giornale la cui storia si è intrecciata più di ogni altra con tutto l’arco di quella della sinistra e dei socialisti, lo fa nel giorno della Festa del Lavoro. Basterebbe questo per spiegare come accanto all’indubbia evocazione simbolica nella scelta c’è molta ambizione. Chiama in causa, appunto, la sinistra, il socialismo, il loro reciproco rapporto e quello con il mondo che ci circonda, al tempo del corona virus. Non so se usciremo davvero migliori da questa emergenza, come si ripete. Certo ne usciranno esasperate tutte le contraddizioni di questo tempo. Le difficoltà di un modello di sviluppo divenuto insostenibile, l’affanno di una democrazia accerchiata dai populismi, le difficoltà dell’Europa minata dagli egoismi nazionali, lo spiazzamento causato dal lavoro destinato a cambiare ancor più rapidamente rispetto alla fase che ha preceduto la pandemia e destinato ancor più a diventare […]